Torna all’indice

 

 

 

 

 

Ripensando l’Area di Progetto

Introduzione Metodologica


Nel complesso cammino di continua ridefinizione e riorganizzazione dei percorsi didattici che pongono al centro delle esperienze gli allievi, l’istuzionalizzazione di ambienti di apprendimento quali l’Area di Progetto, intesa come spazio-tempo di costruzione di saperi che offrono una visione meno frammentaria del sapere, va senz’altro considerata come uno sforzo antesignano di quella volontà di sperimentazione e ricerca che, spostando l’attenzione dal docente al discente hanno preparato la strada, ad un concetto operativo di autonomia dell’apprendimento.

Se parole chiave come progettualità, responsabilità e documentazione rappesentano i nodi fondanti del processo di apprendimento/insegnamento inteso come scambio accrescitivo di entrambi le componenti del contratto formativo, le esperienze fino ad ora maturate hanno sicuramente evidenziato la necessità di ripensare modalità didattiche e interattive che traccino il percorso per esperienze pedagogiche significative ma efficaci anche sul piano di un futuro progetto  di professionalità da intendersi come disciplinariamente orientate.

L’osservazione e la riflessione costante su quanto avviene in classe sottolinea l’utilità di ri-orientare e ri-organizzare la pianificazione e la realizzazione di percorsi didattici che dovranno progressivamente (ci sono ben 3 anni a disposizione) tradursi in esperienze di apprendimento consapevole dove la metacognizione di allievi e insegnanti diventano pre-requisito irrinunciabile per le scelte future degli allievi che dovranno essere in grado di interagire con le aziende del territorio, la formazione post-diploma e l’Università in un rapporto col territorio gratificante e possibilmente personalizzato.

Recenti esperienze sul campo hanno messo in luce che le attività più tradizionalmente organizzate, seppur generalmente soddisfacenti, necessitano di essere valutate con occhio critico e riflessivo.

Quanto programmato fino a pochi anni fa, va rivisto alla luce delle esigenze sempre più nuove di allievi, territorio, docenti, realtà culturale e produttiva in un’ottica di contemporaneità che privilegia una visione sistema piuttosto che quella lineare cumulativa.

Nuove possibilità di intervento possono essere recepite all’interno delle Aree di Progetto, che si nutrono di elementi chiave anche per il futuro inserimento lavorativo, seminariale o di gruppo o equipe. Maturazione, negoziazione, argomentazione e rivisitazione di metodi e procedure sono momenti fondanti di qualsiasi percorso di ricerca.

A tale scopo è in vista di un effettivo arricchimento delle Aree di Progetto come ambiti di una nuova e più aggiornata forma di apprendimento e costruzione di saperi, sarebbe allora auspicabile recepire all’interno dei processi e degli ambienti gli ultimi apporti della didattica testuale, dell’apprendimento per mappe concettuali e, ultimo ma non meno importante dei contributi operativi e di riflessione delle recenti esperienze di stages che costituiscono un’interazione concreta fra scuola, enti, aziende e territorio.

Come ci insegna la pedagogia, si apprende più efficacemente ciò per cui si è più motivati. Si tratterà, allora, di far partecipare anche gli allievi nel processo di scelta e negoziazione delle modalità da attivare e nelle procedure da utilizzare dentro le Aree di Progetto.

Trovare, dunque, formule nuove, possibilmente integrate che sappiano coniugare saperi e competenze scolasticamente costruiti con esperienze concordate e condivise con aziende, agenzie e a enti, disposti ad interagire in modo progettuale, con una scuola che, a detta, di vari comprensori, non rispondono ancora sufficientemente alle esigenze del mondo del lavoro e non solo, a giudicare da quanto recitano i recenti dati sull’analfabetismo di ritorno.

Gli allievi, se partecipi delle attività di pianificazioni e organizzazione dei percorsi, diventano “complici responsabili di quanto si viene realizzando, assumendo su di sé meriti ed oneri di un processo di apprendimento sviluppato in ambiti formali ed informali in vista di quel diritto di cittadinanza che soggiace la vera autonomia personale e scolastica.

Le capacità di argomentazione che implicano strategie di osservazione, analisi e valutazione sono le competenze che l’Area di Progetto è chiamata più di altri ambienti di apprendimento a sollecitare ed implementare laddove gli allievi partecipando a scelte, processi e modalità organizzative e apprenditive sono chiamati a sostenere ipotesi, suggerimenti e scelte che dovranno essere sempre condivise dal gruppo discusse in forma sia orale che scritta.

La comunicazione diventerà allora “conditio sinae qua non” per un’organizzazione efficace e una flessibilità di costruzione dei processi e dei prodotti che risponda a bisogni personali, sociali ed economici.

La cultura di base rappresenterà il palcoscenico e lo scenario su cui i nuovi canovacci che si possono sperimentare all’interno delle Aree di Progetto andranno trovando forma e vita.

Ecco perché competenze di lettura testuale, abilità metacognitive e procedurali sono punti nodali intorno ai quali costruire reti di conoscenze processuali e produttive che, naturalmente, sapranno utilizzare i materiali più consoni in termini di efficacia ed efficienza.

L’utilizzo delle nuove tecnologie, le conoscenze scientifiche, troveranno allora traduzioni pertinenti e circostanziate nei prodotti delle Aree di Progetto che avranno saputo far dialogare tutte quelle abilità, conoscenze e suggestioni che mondo scolastico e territorio hanno fornito loro affinché possano tradursi in reali possibilità di progetti di vita personale ed educazione permanente.