DIDATTICA CURRICOLARE E WEB: UN DIALOGO
POSSIBILE?
IL CASO SCHOOLWORK
Devo confessare di sentirmi piuttosto
imbarazzata a presentare a colleghi, già professionalmente impegnati in attività
di formazione e autoformazione, un percorso
che ha ancora tutte le caratteristiche di un prodotto artigianale.
Il mio intervento sarà dunque il resoconto di
un’ esperienza che si colloca in un itinerario di ricerca-azione e riflessione
sulle modalità del mio lavoro in un contesto transfrontaliero caratterizzato
dal dinamismo costante che risente di
tutte le contraddizioni tra locale e globale. Esso vorrebbe comunque connotarsi
come spazio educativo – formativo attento alle varie personalità che continuamente
si mettono in gioco nelle interazioni scuola, territorio, globalità.
Nel percorso che andrò ad illustrare mi
muoverò pertanto sulla falsariga di
quella che in uno strumento come il portfolio
viene definita biografia professionale,
attenta ai momenti di snodo e di riflessione che hanno permesso l’attivazione
di nuove energie e posto nuove sfide, complesse ma anche stimolanti.
In questa avventura che vorrei condividere, utilizzerò
un supporto power point per non
perdere di vista il filo conduttore che potrà rendere visibili le nuove
direzioni da me intraprese giorno dopo giorno nel lavoro dell’ordinarietà
scolastica con gli allievi.
La presentazione intende sintetizzare un
processo fatto di balzi in avanti tuttora caratterizzato da ripensamenti
e zone d’ombra ma anche da situazioni
entusiasmanti, a volte anche davvero soddisfacenti.
Importanti per l’implementazione di un
ambiente di apprendimento come quello che simbolicamente ho voluto chiamare Schoolwork (a sottolineare il ruolo del
lavoro nel contesto scolastico) sono le implicazioni
pedagogiche che sottendono aree e materiali di lavoro.
L’attenzione agli approcci metodologici e
alle teorie pedagogiche di riferimento adottate hanno nutrito le considerazioni
e le riflessioni che si sono poi tradotte nei percorsi operativi e negli
itinerari di studio e ricerca proposti.
Prioritaria è sicuramente l’attenzione costante allo sviluppo dell’autonomia
critica ed operativa degli allievi per rendere agile una partecipazione
consapevole e responsabile alle azioni formative e comunicative che sicuramente aprono le porte dell’esercizio
di una cittadinanza attiva in una realtà globale.
Solo così la scuola potrà dire di aver
contribuito alla pianificazione
autoregolata dei progetti di vita degli allievi che - oggi più che mai – sono chiamati a confrontarsi con la complessità della società
dell’informazione.
La ricchezza o forse l’invasività di testi e
linguaggi multipli richiede capacità di
orientarsi, analizzare, selezionare testi e comunicati per poter riorganizzare le diverse comunicazioni ed
informazioni in nuovi costrutti significanti e significativi, non solo sul piano logico, ma anche su quello virtuale delle simulazioni di
eventi, situazioni e problemi che torneranno in contesti diversi a chiamare
in causa e, si spera, attivare le energie cognitive e le intelligenze multiple
degli allievi.
A onor del vero, voglio precisare che i presupposti teorici di riferimento
sottesi alla struttura e alle modalità di organizzazione del lavoro di Schoolwork sono la conseguenza di un
processo di integrazione di behaviorismo, cognitivismo e costruttivismo
che costituiscono la cornice di
riferimento attento anche alle istanze presupposte dall’Unione Europea non
solo sul piano delle competenze chiave
da far maturare negli allievi ma
anche quella relativa ai principi comuni
individuati per la professione
insegnante in uno spazio europeo
dell’istruzione.
Sia per gli studenti che per gli insegnanti, non
solo l’utilizzo delle tecnologie
dell’informazione è stato individuato come
priorità, ma anche come forma di integrazione
orizzontale fra aspetti formali,
informali e non formali dell’ educazione in una prospettiva di widelife learning e in quella verticale di long life learning in uno spazio de-territorializzato che, come
quello della rete, permette comunicazione e costruzione di conoscenza interculturale
e pluri- linguistica.
Una delle preoccupazioni costanti in sede di syllabus design che a mio avviso vale la
pena sottolineare per la significatività che riveste, sia in fase di ideazione
che di implementazione, è la ricerca di
un rapporto equilibrato tra tecnologia
ed umanesimo.
Fra varie opzioni è stato sicuramente il paradigma umanista quello più
frequentemente adottato per favorire l’orientamento
alla persona e alla relazione.
L’ambiente on line giustapposto alle pratiche ordinarie ha, in effetti, inteso creare spazi nuovi e
ulteriori opportunità in considerazione di nuovi contesti comunicativi e
professionali con cui i futuri studenti andranno a confrontarsi e che sono sempre
più difficilmente prevedibili.
Pertanto l’implementazione e la sperimentazione
di pratiche flessibili dove il livello manipolativo fa entrare in
gioco conoscenze e competenze pregresse in contesti altri vanno sicuramente
incoraggiate.
Andando ora, con l’ausilio del supporto in power point, ad analizzare la struttura di Schoolwork,
sarà importante considerare il contesto
di riferimento nonché le esperienze
pregresse maturate da studenti e insegnanti. Si capisce allora come l’ambiente non intenda supportare la didattica in modo
estemporaneo, bensì collocarsi all’interno del curricolo di lingua e
civiltà straniera sostenendo e supportando
le lezioni in aula attraverso nuove
ipotesi e esperienze apprenditive dove l’insegnante opera fianco a fianco
con gli allievi e propone materiali ma senza
necessariamente indicare rotte o itinerari prestabiliti.
Il rapporto
con le risorse offerte ha inteso
valorizzare la condivisione e l’ interattività
tipica di un lavoro on line pensato in chiave costruttivista.
E’ l’allievo
a delineare le rotte, a selezionare percorsi di conoscenza
prendendosi la responsabilità della
scelta e della riorganizzazione dei
materiali. Questa esperienza pilota ha dunque offerto alla sottoscritta
nuove occasioni per ri-pensare anche la didattica in presenza, alimentando modalità di studio rafforzate
dalle competenze argomentative richieste, laddove la costruzione di nuova
conoscenza avviene destrutturando e ristrutturando temi, testi e problemi in modalità multimediale in vista della
soluzione del compito.
Come si può capire dalla slide, le esperienze pregresse degli studenti e dell’insegnante
hanno sicuramente contribuito a rafforzare la convinzione dell’utilità di
lavorare in modalità blended.
In questi contesti il rapporto studenti-insegnante si rivitalizza attraverso forme più
coinvolgenti in considerazione delle modalità
immersive promosse dalla rete. Vengono qui messe in gioco intelligenze e competenze multiple che favoriscono
la crescita di una comunità apprendente che
sente di appartenere ad un gruppo con
interessi, obiettivi e utilizzo di procedure comuni, spesso condivise e compartecipate.
Si
impara meglio e si produce maggiore qualità se si costruisce conoscenza
nell’interazione con l’ambiente che, sollecitando forme frequenti di peer education, sostiene la motivazione
verso il perseguimento degli obiettivi, l’eventuale soluzione dei problemi e il
rispetto delle scadenze.
Le modalità
integrate promuovono forme di costruttivismo sociale e quindi una cultura
di significati condivisi.
In assenza di un livello di motivazione
sufficiente, sarà compito dell’insegnante fornire una motivazione estrinseca che potrà trasformarsi in intrinseca. Questa rappresenta lo
strumento più efficace per l’empowerment e lo sviluppo dell’autonomia, abilità che richiedono entrambe capacità di controllo delle proprie prestazioni e del proprio livello di produttività e di performance.
Entra quindi in gioco anche l’auto-valutazione che presuppone il pensiero
critico.
Lo studio in modalità on line permette di ritornare
ciclicamente sull’input, le risorse date e i prodotti
costruiti, rispondendo a ritmi e tempi
di apprendimento diversi e fornendo opportunità
di condivisione e rivisitazione dei
prodotti della classe.
Alla luce di tutte le considerazioni fin qui
esposte è facilmente comprensibile il motivo per cui si sono valutate le
condizioni per poter offrire agli studenti nuove opportunità spazio-temporali per
costruire conoscenza in nuovi format e forme.
La decisione è stata dunque quella di
utilizzare uno spazio all’interno di un sito già esistente, anche in
considerazione dei vincoli che l’utilizzo di infrastrutture quali ambienti e
piattaforme avrebbero comportato per l’istituzione entro la quale opero.
L’ideazione è stata pertanto immediatamente
seguita dall’utilizzo di una struttura
tecnica che potesse contenere una spazio dedicato individuato in un Content Management System.
Ecco dunque il processo che ha condotto a Schoolwork.
Le caratteristiche tecniche sono visibili
sulla slide insieme ai vincoli che
sono stati considerati nella progettazione di un curricolo integrato, costituito da moduli, attività progettuali e unità di apprendimento che abitano
il nuovo ambiente.
Le modalità di accesso e interazione sono qui
brevemente riassunte. Come si può vedere si è ipotizzato anche l’utilizzo di un
forum per obiettivi diversi.
La
progettazione e la presentazione
dei materiali ha valutato la complessità
implicita di un percorso blended che
volutamente non ho inteso connotare come
meramente erogativo.
La slide
offre una sintesi dei principali nodi affrontati in sede di presentazione dei
materiali e, ovviamente, in quello delle problematiche sottese alla stessa costruzione
dei materiali intesi quali mediatori degli apprendimenti e alla loro
organizzazione. Ne è derivata la struttura qui visualizzata. Le aree di
lavoro sono ambienti per le comunità classe. Ma anche all’insegnante è stato attribuito
uno spazio di opportunità quale quello degli allievi. La struttura e le
interazioni possibili hanno creato occasioni per processi e prodotti
diversificati come presupposto in sede di ideazione.
Si mostreranno ora alcuni campioni strettamente legati ai processi attivati e ai prodotti che sempre hanno tenuto presenti gli
obiettivi perseguiti ovviamente legati alle esigenze del curricolo del target
di riferimento.
Come si può notare i campioni includono esperienze progettuali e non che
sottendono modalità di lavoro e interazioni diverse ma che necessariamente mettono in gioco competenze procedurali, testuali,
comunicative e cognitive.
Va sottolineato che, nel curricolo previsto
per la lingua straniera in un liceo scientifico, la testualità rappresenta una delle priorità del processo di apprendimento. Gli esempi offerti intendono
fornire uno spaccato dei diversi livelli di analisi e produzione in L2, a partire dalle fasi iniziali di costruzione che
presuppongono competenze trasversali
ma anche aspetti tecnici strettamente legati alla meccanismi semiotici del
linguaggio poetico.
La sezione Teaching Input offre un esempio delle risorse messe a disposizione degli allievi nonché delle potenzialità che si possono creare, costruire, depositare e condividere
in rete a partire dall’input, nel processo
che nasce a partire dal lavoro e
dalle potenzialità di tutti.
La ricchezza e la polifonia di voci,
linguaggi e materiali, permettono di incontrare
i diversi stili cognitivi e allo stesso tempo rispondono ai diversi ritmi
e tempi di processazione e produzione degli allievi. Il processo di
costruzione e produzione offre inoltre all’insegnante una possibilità di monitoraggio senza precedenti nella storia
della didattica tradizionale.
I testi e i prodotti costruiti mettono in
gioco competenze e conoscenze multiple e diversificate fornendo spunti ed
occasioni per sollecitare la
flessibilità come atteggiamento formativo da sviluppare in allievi e insegnante.
I campioni presentati danno ragione di una didattica più vicina alla realtà, tesa
a guidare gli allievi verso un potenziamento
del problem solving e della competenza interrogativa.
Le ultime due slide offrono un’analisi dei punti
di forza e di debolezza della
sperimentazione fin qui effettuata che, avendo aperto scenari nuovi e nuove
opportunità, ha anche messo in luce le difficoltà
e le debolezze di un percorso che,
essendo solo agli esordi, necessita di ulteriore
ricerca e di rivisitazione critica,
al di là degli entusiasmi che può aver suscitato e della motivazione di allievi
e insegnante.
Nell’ultima slide vengono forniti alcuni spunti di riflessione per un possibile
follow
up ed ulteriori itinerari di possibile sperimentazione.
Sperando di non avervi annoiato e di aver
offerto alla discussione e alla condivisione alcuni spunti di riflessione
critica, vi ringrazio per l’attenzione.
Monterotondo,12 settembre Marilena
Beltramini