La
voce dell’e-tutor
Il presente intervento ha
essenzialmente lo scopo di dare voce al punto di vista e al contributo degli
e-tutor ai quali in particolare va il mio ringraziamento personale per
l’opportunità di confronto e di condivisione che mi hanno offerto durante gli
incontri di questo progetto.
Doveroso da parte mia un ringraziamento
a tutti i presenti che, in chiave diversa, hanno contribuito alla realizzazione
di questa giornata, ma soprattutto a tutti gli allievi che con il loro impegno,
hanno saputo rendere significative le attese di questo progetto e, non ultimi,
i miei studenti, che in questi ultimi giorni sono stati particolarmente collaborativi,
nonostante i ritmi sostenuti della ultima parte dell’anno scolastico.
Risultato di un contributo polifonico tra
MIUR, INDIRE, Ufficio Scolastico
Regionale FVG, Scuole Polo, docenti universitari, direttori dei corsi, corsisti
di Punto EDU e personale ATA, il
percorso fin qui effettuato è il prodotto di un processo integrato che, oltre a
rendere visibili i suoi sforzi, offre al tutor
l’opportunità per riflettere sulle esperienze maturate e condividere con gli attori coinvolti le osservazioni
emerse per eventuali azioni migliorative.
L’educazione alla cittadinanza
attraverso l’istruzione, implementata in modalità blended, ha chiamato in causa in modo particolare gli e-tutor, che hanno
cercato di fare del loro meglio per avvicinare i corsisti a nuove strategie di
insegnamento cercando collegamenti fertili e praticabili tra contributi
universitari, input della
piattaforma, necessità organizzative di carattere istituzionale e competenze TIC.
E la maggior parte di tutto questo è avvenuto nello spazio
delle classi virtuali.
Nella relazione con i corsisti, l’e-tutor ha cercato di considerare in
primo luogo e con particolare attenzione
- e questa è stata certamente una
scelta strategica, -- le necessità degli spazi di apprendimento-insegnamento
entro cui i corsisti sarebbero andati ad operare e quindi le fasi di sviluppo
del curricolo delle singole classi cui le attività erano destinate e nelle quali il processo si sarebbe dovuto
integrare.
Il target
e il contesto di riferimento hanno rappresentato la focalizzazione privilegiata nell’interazione e nella mediazione
del tutor , ovvero i docenti corsisti
di Punto EDU e il gruppo classe con cui questi sarebbero andati a costruire conoscenza.
Si è cercato di rispettare le
caratteristiche di tutti i corsisti, l’eventuale diverso livello delle loro competenze:
dalle conoscenze dichiarative a quelle procedurali, alle esperienze
progettuali. Tutto ciò per non inibire coloro che stavano muovendo i primi
passi in ambiente e-learning
(sostenendoli nel rapporto con nuovi software
e tecnologie) e allo stesso tempo favorire l’autonomia di scelte personalizzate
in quanti avevano esperienze pregresse.
L’ obiettivo ha permesso di orientare i
corsisti verso attività laboratoriali
diverse, in cui learning by doing,
integrazione delle Tic, expertise di
docenti e mediazione dei tutor, potessero contribuire a creare un
community learning dal quale tutti
potessero risultare arricchiti, al di là dei prerequisiti, della situazione di
partenza e dei diversi tempi di realizzazione delle attività che, nella maggior
parte dei casi, sono tuttora in progress.
Il piccolo segmento tracciato fin qui ha
già dato alcuni frutti al di là delle debolezze della piattaforma fisiologiche
ad ogni hardware.
Ma oltre alle fragilità, preme
sottolineare anche i punti di forza della piattaforma che in più casi ha fornito
a tutor e insegnanti, occasioni per confrontarsi e
riflettere. E non solo sulle pratiche on line.
In effetti, la piattaforma ha fatto ri-pensare
anche le nostre pratiche in presenza; abbiamo toccato con mano – ed esprimo qui
un punto di vista personale, oltre che come e-tutor anche come docente a sua
volta corsista - quanto sia importante
riuscire ad implementare attività dove gli studenti mettono in gioco intelligenze
multiple comprensive di aspetti emotivi, cognitivi e interpersonali allo stesso
tempo.
Tali attività infatti, contribuiscono
-- meglio delle pratiche tradizionali -- a rafforzare l’autostima e il senso di
una responsabilità compartecipata, laddove il lavoro da realizzare a partire
dalla piattaforma, richiede mediazione da parte dell’e-tutor e impegno da parte del corsista per far acquisire agli allievi
consapevolezza della necessità di rispettare scadenze, impegni presi, ruolo e
spazio durante le attività cooperative. Queste capacità segnano la fisionomia di un futuro cittadino
attivo, responsabile e consapevole sia esso studente o insegnante.
Il valore aggiunto dei learning object della piattaforma è
stato visibile oggi, oltre che dai prodotti di allievi e insegnanti, nella
capacità attivate da alunni e studenti per ripercorrere le tappe metacognitive
che li hanno guidati attraverso la narrazione delle fasi organizzative della
biografia dei percorsi da loro costruiti. Questo ha permesso di vedere
documentata e quindi immediatamente riscontrabile la flessibilità della
piattaforma.
Lo stesso web quest ha dato vita a
implementazioni diverse e il gioco di
ruolo è stato adottato e adattato a destinatari con modalità apprenditive
diverse per età e contesto; per non parlare poi di come gli insegnanti di
lingue siano riusciti ritagliarsi uno spazio operativo anche se la piattaforma
non offriva spunti per le lingue straniere.
Le attività appena citate, insieme agli
studi di caso e ad altre forme di documentazione comprese nel pacchetto
PuntoEDU, pongono l’insegnante riflessivo di fronte a sfide sempre nuove ma offrono pure nuovi stimoli.
Si tratterà allora per i tutor (siano essi e-tutor o meno) di proseguire attraverso una ri-cerca azione condivisa
con i docenti corsisti che possa contribuire ad uno sviluppo sostenibile,
laddove tutor, insegnanti ed allievi
insieme, si comportino da consumatori responsabili, capaci di utilizzare –
trasformandole – le suggestioni della piattaforma in nuove forme di costruzione intersoggettiva in ultima analisi
un nuovo software della mente.
Le interazioni all’interno delle classi
virtuali hanno mostrato in più casi come
l’insegnante e il tutor possano adottare modalità dinamiche, sia
nello spazio virtuale che in quello in presenza, agendo allo stesso tempo da fruitori
e co-autori di attività mirate a sviluppare il pensiero critico proprio e degli allievi, purché esista il desiderio
di mettersi in discussione in chiave costruttiva.
Se i Principi Europei Comuni relativi
alle Competenze e al Profilo dell’Insegnante, individuati dalla ricerca condotta per conto della
Commissione Europea nel 2005[1]
mostrano come gli insegnanti dovrebbero saper lavorare in modo efficace in tre
aree trasversali e dovrebbero essere capaci di:
-
work with information, technology and knowledge[2]
-
work with their fellow human beings – learners,
colleagues and other partners in education[3]
-
work with and in society - at local, regional,
national, European and broader global levels.[4]”
allora il cammino appena iniziato sembra orientato verso una
buona direzione.
Le esperienze, anche se cominciate
solo a metà febbraio, rappresentano un
passo verso quella Dimensione Europea dell’Istruzione che può condurci versa
Lisbona, ma hanno anche dimostrato, al di là delle difficoltà, come sia
possibile, almeno in giornate come questa, integrare le progettualità delle singole
scuole e favore una polifonia educativa, rispettosa della diversità, aperta a nuove proposte pedagogiche, inclusiva
delle molteplici pratiche didattiche e partecipata in quanto condivide -- con
la comunità apprendente ---un atteggiamento che dovrà essere alimentata per
tutto l’arco della vita.
Concludendo queste riflessioni
maturate in occasioni diverse insieme a colleghi tutor, a docenti corsisti e non, e, considerate le energie messe in campo in
questa sede, vorrei sottolineare come i
lavori di oggi, sembrino di buon
auspicio -- lo stesso auspicio di cui si
fece portavoce Seamus Heaney, il poeta irlandese, che il primo maggio
Gli stranieri erano barbaroi al greco
orecchio
ma oggi gli eredi di coloro che, la loquela
ignorando, ba-balbettavano un confuso bofonchio
superino le frontiere, il dono della lingua portando seco,
e trovino in altre voci quella risposta a cui si anela,
come fionn e uisce trovano nella Fenice la giusta eco
Beacons
at Bealtaine |
|||
English Version
|
Versione italiana
|
Cervignano del Friuli, 1 giugno 2006 Marilena
Beltramini
[1] [1] The European Commission, Directorate-General for
Education and Culture, European
Testing Conference on Common European Principles for Teacher Competences and
Qualifications, Brusselles, 20-21 June,
[2] Lavorare con le informazioni, le tecnologie e le conoscenze (traduzione della sottoscritta)
[3] Lavorare con i loro colleghi umani: studenti, colleghi e partner di altre agenzie educative (traduzione della sottoscritta)
[4] Lavorare con e nella società, a livello locale, regionale, nazionale europeo e a livelli più ampiamente globali (traduzione della sottoscritta)