SBufo - Traduzione dell' Ulysses di Lord Alfred Tennyson
[author: Sara Bufo - postdate: 2008-04-11]

Da' pochi profitti il fatto che un re nullafacente,
vicino a questo focolaio fermo, tra queste rocce sterili,
si sia unito con un'anziana moglie, io do e dono (in teoria: mete out e dole out)
leggi inique a una razza selvaggia,
che accumula, e dorme, e nutre, e non mi conosce.
non posso riposarmi dal viaggio: berrò
la vita fino in fondo (lee=the thick substance that collects at the bottom of a bottle of wine): in tutti i tempi ho goduto
alla grande, ho sofferto alla grande, sia con coloro
che mi hanno amato, e solo, sulla riva, e quando
attraverso le veloci (come nuvole) correnti le piovose Iadi
infastidivano il mare opaco: Io sono diventato un nome;
per sempre errante con un cuore affamato;
ho visto e conosciuto molte cose; città di uomini
e modi di fare, climi, concilii, governi,
me stesso non di meno, ma ho onorato di tutti loro;
e ho bevuto la gioia della battaglia con i miei pari,
lontano nelle pianure risoinanti della ventosa Troia.
Sono una parte di tutto ciò che ho incontrato;
e tuttavia tutta l'esperienza è un arco attraverso cui
brilla quel mondo non ancora conosciuto attraverso il viaggio il cui margine sbiadisce
per sempre e per sempre quando mi muovo.
Quant'è noioso far pausa, porre una fine,
arrugginire senza brillare, non splendere nell'uso!
come se respirare fosse vita! vita ammucchiata su vita
erano tutte troppo poco, e a me di una
rimane poco da vivere: ma ogni ora è salvata
da quell'eterno silenzio, qualcosa di più,
un portatore di cose nuove; ed era vile
per alcuni tre soli (giorni) immagazzinare e accumulare,
e questo spirito grigio struggente nel desiderio
di seguire la conoscenza come una stella che affonda,
dietro il massimo legame del pensiero umano.

 

Questo è mio figlio, il mio Telemaco,
a cui lascio lo scettro e l'isola,
ben amato da me, perspicace per compiere
questo lavoro, con lenta prudenza per rendere mite
un frastagliato popolo, e attraverso morbidi gradi
assoggettarli all'utile e al buono.
è colui che ha meno colpa, centrato nella sfera
dei doveri comuni, corretto per non fallire
negli uffici della tenerezza, e paga
incontra adorazione per gli dei della mia famiglia,
quando me ne andrò. Lui fa il suo lavoro, io il mio.

 

Là giace il porto; il natante soffia la sua vela:
là si oscurano i foschi, vasti mari. Miei marinai,
anime che avete faticato, e battuto, e pensato con me.
che avete sempre preso con uno scorazzato benvenuto
il tuono e il sole, e opposto
cuori liberi, fronti libere--tu ed io siamo vecchi;
nella vecchiaia permangono l'onore e il travaglio
la morte è la chiusura di tutto: ma qualcosa prima della fine,
qualche opera di nobile importanza, può essere ancora compiuta,
che si addice con degli uomini che tenevano il passo
le luci cominciano a luccicare dalle roccie
la lunga giornata tramonta: la luna inerpica: il profondo
geme attorno con molte voci. Venite amici miei
non è troppo tardi per cercare un mondo più nuovo.
Prendete il largo, e seduti ben in ordine colpite
i solchi dei fondali; perchè rimane il mio intento
di navigare oltre il tramonto, e i bagni
di tutte le stelle occidentali, finchè non muoia
potrà capitare che i golfi ci trascinino giù:
potrà capitare che raggiungiamo le Isole Felici,
e vediamo il grande Achille, che conoscevamo
benchè molto ci è stato tolto, molto ci rimane: e benchè
adesso non siamo quella forza che in tempi passati
questo la terra e i cieli, quello che noi siamo, noi siamo;
lo stesso unito temperamento di cuori eroici,
indeboliti dal tempo e dal caso, ma forti della volontà
di lottare, di cercare, di trovare e di non cedere