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MZanutta - Umberto Galimberti - L'uomo e la tecnica
by MZanutta - (2018-10-22)
Up to  4S LSA - Ascoltare una conferenza per scrivere una relazione da inviare ad una classe parallela in InghilterraUp to task document list

UMBERTO GALIMBERTI

L’uomo e la tecnica

In questo incontro con il professor Galimberti si indaga sul rapporto che esiste tra l’uomo e il mondo della tecnica. Egli sostiene che l’uomo non è più al centro del mondo e delle cose, com’era invece sostenuto in epoca umanistica, bensì tutti i principali argomenti che vengono studiati dalla filosofia come la storia, la filosofia, la natura, la politica, ecc… devono rientrare nell’ambito della società tecnologica e quindi della tecnica attuale.

Il discorso di Galimberti è completamente incentrato sulla tecnica, nella quale si evidenziano dei tratti caratteristici, quali la razionalità assoluta e la pura organizzazione. Infatti secondo il professore non c’è spazio per le passioni o le pulsioni esterne nella tecnica, ma anzi, è il luogo dove la funzionalità guida l’azione.

In realtà, noi non possiamo possedere la tecnica, perché essa è diventata l’ambiente che ci circonda e ci costituisce secondo regole dettate dalla razionalità. Tuttavia noi non ci rendiamo conto che il rapporto uomo-tecnica si sia ribaltato e perciò continuiamo a usare la tecnica per giungere ad un fine o ad uno scopo, quando invece la tecnica non serve a questo. Infatti essa non ha un fine, non promuove un senso , la tecnica funziona perché deve funzionare, non esiste un fine.

Il tema principale del discorso sta nel fatto che tutto ciò che implicava sentimenti, sensazioni e percezioni nel corso della storia è risultato inadeguato. Proprio per questa “inadeguatezza” l’uomo ricorre alla tecnica. L’umanità non è in grado di capire la sua posizione nel cosmo, proprio perché non abbiamo i mezzi intellettuali adatti a capire. Inadeguata è anche l’etica con cui noi pensiamo: quella kantiana e quella cristiana.

Proprio per questo ai tempi d’oggi siamo senza un’etica che sia efficacie per controllare lo sviluppo della tecnica, che infatti, non ha fini da realizzare ma solo risultati su cui procedere. Noi uomini secondo Galimberti non possiamo competere con la tecnica perché abbiamo un modo di fare ancora collegato a cent’anni fa quando c’era un etica fra uomini.

L’unica speranza è quella di riuscire a mantenere le differenze tra il pensare e il fare, la scienza potrebbe diventare, invece, il luogo etico della tecnica. In questo caso va ripreso il significato umanistico della scienza al servizio dell’uomo e non della tecnica.

Se la tecnica è un fare senza scopi, la scienza è un agire in vista di uno scopo.

Questo è l’avvertimento di Galimberti, riuscire in qualche modo a fondare una nuova filosofia dell’azione che ci permetta di non essere dominati dalla tecnica.