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L’Area di Progetto per l’indirizzo chimico dell’istituto tecnico ind. (prevista dai programmi di ordinamento D.M.   ) è attuata dal 1995 presso l’ITI Malignani 2000 di Cervignano secondo le finalità e le modalità di realizzazione e documentazione previste dal Progetto Interistituto coordinato, a livello nazionale, dall’ITI Cobianchi di Verbania (prof. Fuselli). allegare documentazione

L’attività è stata intesa in questi anni dal Dipartimento di Chimica come uno spazio per effettuare con gli allievi un percorso multidisciplinare professionalizzante, che sostituisse i lavori di preparazione di una “tesina” sperimentale o di ricerca che, tradizionalmente anche se non obbligatoriamente, veniva comunque già in precedenza presentata, da allievi singoli o gruppi di allievi, all’esame di stato.

I temi prescelti sono stati spesso legati allo sviluppo di argomenti specifici legati a tematiche ambientali (fra i lavori più significativi, pluriennali: valutazione della qualità dell’aria, mediante l’utilizzo di licheni bio-indicatori e bio-accumulatori, attività di monitoraggio di acque superficiali secondo protocolli internazionali G.R.E.E.N. e GLOBE, monitoraggio del degrado di monumenti).

Sempre proposte e coordinate da docenti di discipline tecniche sulla base di interessi individuali o del Dipartimento, queste attività sono state realizzate in “full immersion” e configurate di solito in tre parti:

a)      una fase iniziale di ricerca e di preparazione specifica degli allievi mediante lezioni mirate, anche da parte di esperti esterni

b)      una fase centrale che prevede la realizzazione di attività di laboratorio, visite guidate, ecc.

c)      una parte conclusiva che consiste nella discussione dei risultati ottenuti e nella stesura di una relazione/report.

La valutazione del “prodotto” viene effettuata dal Dipartimento, che di solito è il “committente” del progetto, mentre la valutazione degli allievi viene fatta da tutti i membri del Consiglio di Classe, secondo le griglie predisposte per il Progetto Interistituto.

Con il maturare delle esperienze alcuni docenti del Dipartimento di Chimica si sono interrogati sulle modalità di attuazione delle attività di AdP e sono emerse alcune considerazioni:

a)      il tema scelto per il lavoro di AdP non viene scelto dalla classe: appare molto facile coinvolgere e trasmettere entusiasmi agli allievi su attività di gradimento di uno o più docenti delle discipline specialistiche, soprattutto se richiedono attività di laboratorio o sperimentali, ma è giusto che gli allievi non siano mai chiamati a scegliere in prima persona un argomento di loro interesse? in altre parole, è corretto che la “commessa” sia esterna al Consiglio di Classe?

b)      le attività di progettazione e di coordinamento dell’AdP sono tutte a carico dei docenti di indirizzo: molti docenti di materie non specialistiche, pur contribuendo all’attività mediante cessione del monte-ore richiesto, non partecipano direttamente alle attività (a volte con la scusa pretestuosa di non capire l’argomento specialistico) perchè evidentemente non riconoscono una valenza formativa trasversale al lavoro proposto. E’ giusto che il Consiglio di classe “deleghi” ai docenti di indirizzo la scelta dell’argomento, la progettazione, il coordinamento e, addirittura, la valutazione?

c)      l’attenzione è rivolta più al prodotto che al processo: l’obiettivo dei docenti di discipline tecnico-scientifiche è spesso quello di ottenere come “prodotto” un lavoro scientificamente valido e completo, che risponda ai requisiti della “commessa”.  Per raggiungere questo risultato spesso si interviene con apporti che vanno oltre quelli richiesti dall’attività di area di progetto, che dovrebbero essere limitati a interventi di orientamento per un lavoro in cui gli allievi producono in autonomia e rispondono personalmente del lavoro svolto. Maggiore attenzione invece si dovrebbe porre al processo utilizzato dai ragazzi per produrre il lavoro richiesto: quanto gli allievi vengono stimolati a  contribuire in modo costruttivo al lavoro proposto? quanto si interrogano e quanto risolvono in autonomia? quanto sono consapevoli delle loro potenzialità e dei loro contributi in un lavoro organizzato?

d)      la valutazione secondo le griglie proposte prevede di valutare capacità che non sono oggetto di una efficace azione didattica nè in fase di programmazione nè di monitoraggio. Ad esempio, la valutazione delle capacità di lavorare in gruppo presuppongono che agli allievi sia fornita l’opportunità di riflettere: cosa significa negoziare la propria posizione  e le proprie competenze all’interno di un gruppo di compagni dalle diverse caratteristiche personali? quanto gli allievi sanno sostenere posizioni e argomentazioni?

e)      è notevole l’apporto dei docenti al lavoro di documentazione finale dei lavori effettuati:  i prodotti di documentazione degli allievi talvolta sono carenti  per una scarsa capacità di scegliere, impostare in ordine rigoroso e logico le informazioni, utilizzare le informazioni ricevute e i dati sperimentali prodotti.

 

Questi spunti di riflessione hanno portato i docenti di discipline tecniche a riflettere che, invece di impossessarsi del monte-ore dell’AdP per sviluppare lavori dal punto di vista puramente scientifico, essi dovrebbero riconsiderare gli obiettivi prioritari dell’innovazione didattica dell’AdP, fra cui quelli espressamente previsti dalla figura professionale del perito chimico che: ....“oltre a conoscere i principi fondamentali di tutte le discipline necessarie per una formazione di base nel settore chimico deve essere preparato, nell’ambito del proprio livello operativo, a :

            -      partecipare con personale responsabile contributo al lavoro organizzato e          di gruppo, accettando ed esercitando il coordinamento;

            -      documentare e comunicare adeguatamente gli aspetti tecnici e organizzativi del proprio lavoro;

      -      svolgere un'attività autonoma di aggiornamento onde adeguare la propria preparazione al continuo evolversi della tecnica e delle necessità di      mercato (D.M. ........)