“Cadet Rousselle a trois
maisons
Cadet Rousselle a trois
maisons
C’est pour loger les hirondelles
Que direz-vous de
Cadet Rousselle?
Ah! ah! Ah! Mais vraiment
Cadet Rousselle est bon enfant.”
A questa “chanson des enfants de France” è legato il mio primo approccio alla lingua
francese.
Avevo sette anni quando
nella nostra famiglia, già piuttosto numerosa, era arrivato un ospite, un amico
di mia mamma che veniva dalla Bretagna, da un paese che si chiamava Lesconil.
André Sailleur,
era questo il suo nome, parlava una lingua dal suono melodioso ed io ne fui
subito attratta.
André conosceva molto poco la nostra lingua e conversava quasi
esclusivamente con mia madre, che traduceva per noi.
Un giorno, in un italiano un po’ stentato ma
comprensibile, mi chiese se volevo imparare una
canzone francese, della qual cosa fui subito entusiasta.
“Cadet Rousselle a trois
habits
Cadet Rousselle a trois
habits
Deux jaunes, l’autre en papier gris
Ah!ah!ah! mais
vraiment
Cadet Rousselle est bon enfant!
Per tutto quell
pomeriggio non feci altro che ripetere le strofe della canzone che lui cantava
accompagnandosi al pianoforte.
Come promemoria, quando partì, mi lasciò una
cartolina con l’immagine di Cadet Roussel
e il testo della canzone.
Quella lingua mi piaceva tantissimo, anzi mi
aveva sedotta a tal punto che non vedevo l’ora di
studiarla a scuola.
Mia mamma, intanto, mi aveva regalato due
suoi libri, “Le français sans peine”
e “Les leçons de mon grand-père” con tante
illustrazioni e numerose vignette che leggeva e traduceva per me.
Cercavo di riprodurre quei suoni e intanto
incominciavo ad appropriarmi di un discreto
vocabolario.
Alle medie scelsi di iscrivermi nell’unica
sezione dove si studiava il francese.
Appena una settimana dopo, già avevo deciso
che quella era la mia materia preferita e che avrei continuato a studiarla al
liceo e poi all’Università.
Nel tempo libero mi piaceva ascoltare i
dischi di Edith Piaf ed Yves Montand tanto cari ai miei
genitori e intanto sognavo di visitare Parigi,
Quando il mio sogno si è realizzato, ho
capito quanto sia importante per l’apprendimento della
lingua vivere sul posto, conoscere la gente, il loro modo di vivere, la loro
cultura.
E’ per questo che ho incominciato a
leggere in maniera sistematica quotidiani e settimanali francesi per tenermi
costantemente aggiornata.
Adesso che sono un’insegnante, cerco di
trasmettere ai miei alunni l’amore per questa materia offrendo loro occasioni di apprendimento attraverso la proiezione di film in lingua,
animazioni, dialoghi registrati, lettura di articoli.
A proposito, nei miei libri di insegnante,conservo sempre la vecchia cartolina di Cadet Rousselle come segnalibro.