STRATEGIE D’ASCOLTO

 

Relazione di : Elisa Valvason e Amandine Bonesso

 

 

Udire/sentire: è un atto fisico dell’apparato acustico che consiste nella percezione e nella decodificazione, da parte dell’orecchio, di suoni e rumori.

Ascoltare: usato impropriamente come sinonimo di sentire, ma con un’accezione più profonda, nel senso di prestare orecchio, focalizzare l’attenzione su ciò che si sente ed implica la comprensione.

 

 

Nella vita reale, l’ascoltatore è implicato direttamente e si sentono molte più cose di quante non si ascoltino. Che cosa si ascolta?

-          una persona che ci parla,

-          una conversazione,

-          i messaggi dei media,

-          una canzone,

-          un annuncio (per esempio, alla stazione),

-          una lezione frontale,

-         

Esistono diversi modi di ascoltare e questi dipendono:

-          dallo scopo (motivazione, interesse personale, curiosità),

-          dalla nostra volontà e dal nostro livello di attenzione,

-          dalla varietà dei contesti (telefono, televisione, radio, uffici, per strada, negozi, ecc.).

Nella vita reale abbiamo il vantaggio di poter sfruttare la dimensione non verbale: la mimica facciale ed i gesti aiutano la comprensione. Inoltre, c’è la possibilità di chiedere all’interlocutore di ripetere o precisare l’enunciato.

 

In classe, l’ascolto avviene in un contesto artificiale, ovvero viene simulata la realtà. Si tratta di registrazioni sonore o audiovisive (conversazioni, interviste, dibattiti, telegiornali, conferenze, rappresentazioni teatrali, ecc.). Inoltre, si aggiungono i contenuti delle lezioni frontali e gli interventi degli alunni.

L’ascolto in classe non è sempre facile e questo perché:

-          il documento e il tempo d’ascolto non dipendono dalla volontà dell’ascoltatore, ma dall’insegnante,

-          l’alunno non è interessato all’ascolto – mancanza di motivazione,

-          è importante il livello di concentrazione-attenzione,

-          l’alunno ha paura di non capire e di essere valutato,

-          l’alunno è stanco o distratto,

-          il lessico e le strutture sono troppo complesse,

-          nel caso di una registrazione, il canale potrebbe essere disturbato,

-          il contenuto è poco chiaro, quindi c’è il rischio che si creino malintesi- fraintendimenti.

Le attività di ascolto differiscono tra medie e superiori per:

-          livello,

-          contenuto,

-          obiettivi,

-          strategie.

 

 

 

Si ascolta per identificare, per selezionare le informazioni, per riconoscere i contenuti, per togliere dubbi e ambiguità, per riformulare i concetti, per sintetizzare il contenuto, per favorire una produzione scritta o orale, per giudicare attraverso opinioni o commenti, per comprendere il senso.

 

 

L’insegnante somministra l’ascolto in classe proponendo una successione di fasi, secondo un approfondimento progressivo. Le fasi sono:

-          pre-ascolto, (remue-méninges) per suscitare la motivazione, formulare ipotesi e verificare le conoscenze                   

pregresse,

                  -    ascolto globale, per capire il significato generale del documento,

-          ascolto selettivo, per identificare le informazioni richieste da un compito (tâche), assegnare un compito per orientare l’ascolto tramite questionari a scelta multipla, testi a buchi, domande semplici o griglie,

-          ascolto dettagliato, per ricostruire tutte le parti che costituiscono il documento.

 

 

Prima dell’ascolto:

                  -     ridurre il livello d’ansia, cercando di rilassarsi e di concentrarsi,

-          assicurarsi di aver capito qual è lo scopo dell’ascolto,

-          crearsi un orizzonte d’attesa formulando delle ipotesi, anche a partire da immagini,

-          chiedersi quanto si conosce già sull’argomento,

-          richiamare le parole relative all’argomento già conosciute.

Durante l’ascolto:

-          concentrarsi su tutte le parole,

-          individuare le parole che già si conoscono,

-          non soffermarsi sulle parole che non si conoscono per evitare di perdersi,

-          fare attenzione al tono delle voci, all’identità del parlante (età, sesso), al ritmo, all’intonazione, all’accento e ai rumori di fondo,

-          prendere appunti mantenendo la concentrazione.

Per approfondire e migliorare autonomamente:

                  -    ascoltare più volte i documenti registrati,

-          cercare occasioni per parlare,

-          ascoltare canzoni,

-          guardare film o programmi.