Learning Paths » 5A Interacting
L’audio-lezione del 17 Dicembre proposta in classe focalizzava l’attenzione sul significato della parola sacro nel corso della storia. Il video riprende una lezione di Umberto Galimberti, che comincia a spiegare innanzitutto l’etimologia del termine: sacro ha radice indoeuropea(Sac-, -Sak, -Sag, Sac – rum, Sak – ra, Sag- ro) e significa “separato”, ad indicare uno spazio altro rispetto a quelli dove si svolgono le attività comuni della società. Galimberti inoltre afferma che:
1. Il sacro è punto di contaminazione di contrari; gli opposti(brutto/bello, bene/male) si fondono causando la confusione dei codici, il sacro è il luogo dell’indifferenziato;
2. Il sacro si distingue dal profano in quanto quest’ultimo è il luogo dove il primo si manifesta(le chiese, i templi), e quindi rappresenta un luogo che permette all’uomo entrare in contatto con il sacro;
3. Nel sacro non può intervenire la ragione, che trova il suo fondamento nel principio di non contraddizione Eracliteo(un oggetto A non può essere contemporaneamente anche un oggetto B). Nel sacro infatti ogni cosa è ambivalente(un oggetto A può anche essere un oggetto B) e perciò l’uomo non può vivere in un mondo del genere poiché ha bisogno di punti di riferimento. Ne deriva che l’uomo, per sopravvivere, si è affidato ad un sistema di regole chiamato ragione, che esiste nella dimensione terrena e non sacrale e che è basato appunto sul principio eracliteo e sul principio di causalità(rapporto causa – effetto);
4. L’ambivalenza, di conseguenza, appartiene alla dimensione sacrale e dal punto di vista linguistico l’uomo, in particolare il poeta, esce ed entra dalla “smarginazione”, ovvero l’azione di affidamento ad un termine un insieme polivalente di significati;
5. Dal punto di vista esistenziale, i codici religiosi elaborati dalle tribù primitive assumono il compito di “confinare” l’irrazionale nel mondo ultraterreno. Per “uscire” dalla follia, gli uomini hanno collocato qualsiasi evento che possa rompere il loro equilibrio nel mondo degli dei.
6. Nonostante questo tentativo, la dimensione irrazionale si rivela all’uomo all’interno dei sogni, che sono il modo in cui la follia si manifesta.
In conclusione, la lezione di Galimberti conferma la scissione tra la ragione e il sacro, che è la dimensione della follia verso la quale l’uomo nel corso della storia si è sempre diviso tra l’intenzione di avvicinarsi ad essa(e quindi a Dio per le religioni, a principi assoluti per la filosofia) e il terrore per le conseguenze che la stessa vicinanza potrebbe provocare.