Learning Paths » 5A Interacting
Translation of the extract by D.Lodge
Secondo Robin ( o più precisamente secondo gli scrittori che hanno influenzato il suo pensieroa riguardo), non c'è nulla come "l'essere" su cui si fondano il captalismo e il romanzo - un' anima o essenza finita e unica di cui si compone l'identità di una persona; esiste solo una posizione soggettiva in una rete infinita di discorsi- discorsi sul potere, sul sesso, sulla famiglia,sulla scienza, sulla religione, sulla poesia,etc...
Per lo stesso principio, non esiste l'autore, ovvero colui che genera opere di finzione dal nulla. Ogni testo è un prodotto dell' intertestualità, un tessuto di allusioni e citazioni di altri testi; e, secondo le famose parole di Jacques Deridda ( comunque famose per persone come Robin) non esiste nulla fuori dal testo. Non ci sono origini, solo produzioni e noi produciamo le nostre "identità" con la lingua. Non "sei quello che mangi" ma "quello che parli" anzi " sei tuttto quello che parla di te", è l'assioma fondamentale della filosofia di Robin, che lei chiamarebbe, se dovesse dargli un nome, "materialismo semiotico". Potrebbe sembrare un po' grigio, inumano ( antiumano si; inumano no preciserebbe lei), qualcosa di deterministico ("niente affatto; il soggetto veramente determinato è colui che è inconsapevole delle composizioni sconnesse che lo hanno formato, o che la hanno formata" aggiungerebbe lei scrupolosamente, essendo tra l'altro una femminista), ma in pratica questo non sembra influire notevolmente sul suo comportamento -lei sembra avere gli stessi sentimenti, abizioni, desideri, sofferenze, frustrazioni, paure di qualsiasi altro essere umano che vive in questo mondo imperfetto, e dimostra di avere una naturale predisposizione nel cercare di renderlo un posto migliore. Dovrei quindi prendermi la libertà di trattarla come un personaggio, non completamente diverso, anche se di tutt'altra specie, rispetto a Vic Wilcox.