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D.Motta 06/05/13 traduzione dell'Ulisse di Tennyson
by DMotta - (2013-05-06)
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Poco giova che un inoperoso re, Accanto a questo spento focolare, fra queste sterili rupi, In compagnia di una vecchia moglie, distribuisco e dispenso Leggi ineguali a una razza (popolo) selvaggia, Che ammassa beni, e dorme, e mangia, e non mi conosce.  Io non posso riposare per il viaggio: berrò La vita fino ai sedimenti: Tutto il tempo ho goduto Immensamente, ho sofferto immensamente, entrambe (cose) con quelli Che mi amavano, e solo, sulla riva, e quando

Fra nubi che corrono le piovose Iadi Idai = stelle Indispettiscono l’opaco mare: sono diventato un nome;  Per sempre vagando con un cuore affamato Ho visto e conosciuto molto; città di uomini

E costumi, climi, consigli, governi, E non meno me stesso, ma onorato da tutti loro;

Ed ho bevuto (vissuto) la gioia della battaglia con i miei pari  Lontano sulle risonanti pianure della ventosa Troia. Io sono una parte di tutto ciò che ho incontrato; Tuttavia, tutta l’esperienza è un arco attraverso dove I raggi che un mondo non viaggiato (non visitato) il cui margine sbiadisce Per sempre e per sempre quando mi muovo. Com’è opaco (noioso) pausare, raggiungere una fine,

Arrugginire non lucidato, non brillare per l’uso! (non vivere intensamente) Come se respirare fosse la vita! La vita messa sulla vita (ammucchiata) Fosse tutto troppo poco, e di una (vita) a me

Poco resta: ma ogni ora è risparmiata  Da quel silenzio eterno, qualcosa in più, silenzio eterno = morte Un apportatore di cose nuove; e sarebbe ignobile  Perr tre soli (tre giorni) conservare e accumulare, E questo spirito grigio che anela con il desiderio

Di seguire il sapere come una stella cadente,Oltre il massimo limite del pensiero umano.

Questo è mio figlio, il mio proprio Telemaco,Al quale lascio lo scettro e l’isola, - “l’isola di Itaca”

Da me molto amata, che discerne (che capisce bene) come adempiere Questo lavoro, con calma prudenza per rendere mite Un popolo rozzo, e per soffici gradi (senza usare metodi duri)

Sottometterli a (ciò che è) utile e buono.Egli è “molto” irreprensibile, centrato nel sentiero

Dei comuni doveri, dignitoso per non sbagliare In uffici (azioni) di tenerezza, e accudire

L’adorazione degli dei della mia casa, Quando io me ne sia andato. Egli lavora (fa) il suo lavoro, io il mio. (viaggiare) Lì si trova il porto; la nave gonfia la sua vela : Lì i malinconici, oscuri, ampi mari. I miei marinai, Anime che hanno lavorato, e forgiato, e pensato con me -

Che sempre con un allegro benvenuto prendevano (accettavano)Il tuono e la luce/calore del sole, e offrivano Cuori liberi, e fronti (menti) libere – voi ed io siamo vecchi;

La vecchia età ancora il suo onore e il suo lavoro;La morte chiude (finisce) tutto: ma qualcosa prima della fine,Qualche lavoro di nobile natura, può ancora essere fatto,Uomini “non” non attraenti che lottavano con gli dei.Le luci cominciano a luccicare dalle rocce: Il lungo giorno si affievolisce: la lenta luna si innalza: il mare Si lamenta attorno con molte voci. Venite, amici miei,

Non è troppo tardi per cercare un mondo più nuovo.Spingete, e ben seduti in ordine colpite (seduti ai remi della nave) I sonori solchi (le onde); perché il mio proposito consiste

Nel navigare oltre il tramonto (dove tramonta il sole), e i bagni  Di tutte le stelle occidentali, fino quando io muoia. (dove le stelle sono lavate) Può essere che gli abissi ci laveranno giù: (ci inghiottiranno) Forse toccheremo le Isole Felici, (si credeva che nelle Isole Felici abitassero gli spiriti dei morti) E vediamo il grande Achille, che noi conoscemmo. Sebbene molto è preso, molto rimane; e sebbene (…siano passati molti anni, molti rimangono) Adesso non abbiamo quella forza che nei vecchi giorni (negli anni passati) Muoveva terra e cielo, ciò che siamo, siamo;Temperamento di cuori eroici,Resi deboli dal tempo e dal destino, ma forti nella volontà Di lottare, di cercare, di trovare, e di non cedere.