Textuality » 3ALS Interacting

SSgubin - The Monaca di Monza’s characterization
by SSgubin - (2014-04-08)
Up to  3 ALS - Geoffrey Chaucer. The Characters in The Canterbury TalesUp to task document list

“Il suo aspetto, che poteva dimostrar venticinque anni, faceva a prima vista un'impressione di bellezza, ma d'una bellezza sbattuta, sfiorita e, direi quasi, scomposta. Un velo nero, sospeso e stirato orizzontalmente sulla testa, cadeva dalle due parti, discosto alquanto dal viso; sotto il velo, una bianchissima benda di lino cingeva, fino al mezzo, una fronte di diversa, ma non d'inferiore bianchezza; un'altra benda a pieghe circondava il viso, e terminava sotto il mento in un soggolo, che si stendeva alquanto sul petto, a coprire lo scollo d'un nero saio. Ma quella fronte si raggrinzava spesso, come per una contrazione dolorosa; e allora due sopraccigli neri si ravvicinavano, con un rapido movimento. Due occhi, neri neri anch'essi, si fissavano talora in viso alle persone, con un'investigazione superba; talora si chinavano in fretta, come per cercare un nascondiglio; in certi momenti, un attento osservatore avrebbe argomentato che chiedessero affetto, corrispondenza, pietà; altre volte avrebbe creduto coglierci la rivelazione istantanea d'un odio inveterato e compresso, un non so che di minaccioso e di feroce: quando restavano immobili e fissi senza attenzione, chi ci avrebbe immaginata una svogliatezza orgogliosa, chi avrebbe potuto sospettarci il travaglio d'un pensiero nascosto, d'una preoccupazione familiare all'animo, e più forte su quello che gli oggetti circostanti. Le gote pallidissime scendevano con un contorno delicato e grazioso, ma alterato e reso mancante da una lenta estenuazione. Le labbra, quantunque appena tinte d'un roseo sbiadito, pure, spiccavano in quel pallore: i loro moti erano, come quelli degli occhi, subitanei, vivi, pieni d'espressione e di mistero. La grandezza ben formata della persona scompariva in un certo abbandono del portamento, o compariva sfigurata in certe mosse repentine, irregolari e troppo risolute per una donna, non che per una monaca. Nel vestire stesso c'era qua e là qualcosa di studiato o di negletto, che annunziava una monaca singolare: la vita era attillata con una certa cura secolaresca, e dalla benda usciva sur una tempia una ciocchettina di neri capelli; cosa che dimostrava o dimenticanza o disprezzo della regola che prescriveva di tenerli sempre corti, da quando erano stati tagliati, nella cerimonia solenne del vestimento. Queste cose non facevano specie alle due donne, non esercitate a distinguer monaca da monaca: e il padre guardiano, che non vedeva la signora per la prima volta, era già avvezzo, come tant'altri, a quel non so che di strano, che appariva nella sua persona, come nelle sue maniere. Era essa, in quel momento, come abbiam detto, ritta vicino alla grata, con una mano appoggiata languidamente a quella, e le bianchissime dita intrecciate ne' vòti; e guardava fisso Lucia, che veniva avanti esitando. - Reverenda madre, e signora illustrissima, - disse il guardiano, a capo basso, e con la mano al petto: - questa è quella povera giovine, per la quale m'ha fatto sperare la sua valida protezione; e questa è la madre. Le due presentate facevano grand'inchini: la signora accennò loro con la mano, che bastava, e disse, voltandosi, al padre: - è una fortuna per me il poter fare un piacere a' nostri buoni amici i padri cappuccini. Ma, - continuò; - mi dica un po' più particolarmente il caso di questa giovine, per veder meglio cosa si possa fare per lei. Lucia diventò rossa, e abbassò la testa. - Deve sapere, reverenda madre... - incominciava Agnese; ma il guardiano le troncò, con un'occhiata, le parole in bocca, e rispose: - questa giovine, signora illustrissima, mi vien raccomandata, come le ho detto, da un mio confratello. Essa ha dovuto partir di nascosto dal suo paese, per sottrarsi a de' gravi pericoli; e ha bisogno, per qualche tempo, d'un asilo nel quale possa vivere sconosciuta, e dove nessuno ardisca venire a disturbarla, quand'anche...- Quali pericoli? - interruppe la signora. -Di grazia, padre guardiano, non mi dica la cosa così in enimma. Lei sa che noi altre monache, ci piace di sentir le storie per minuto. -Sono pericoli, - rispose il guardiano, - che all'orecchie purissime della reverenda madre devon essere appena leggermente accennati...”

 

(Capitolo IX de - I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni)

Analysis:

In this extract the narrator, after a longer delay, presents the character. “La Signora” is almost 25, but her beautiful was dampened and withered. Beneath the black veil, there was a white face almost as much as the white bandages. The brow of her face is often wrinkled, approaching her black eyebrows. the narrator uses a descending climax, starting from the description of the clothes to focus the reader's attention on the woman’s eyes. They were black like the tunic and the eyebrows. The nun’s eyes contribute to create curiosity in the reader. At times they appear inquisitive, others seem to look for a refuge, but a careful observer would surely have said that they asked for mercy, love and correspondence. In the same way of eyes the lips, dyed a faded pink, stood out in the face pallor and help the narrator to create mystery with their movements. The same behavior was erratic and sudden moves were unconventional especial for a nun. The narrator takes a long time in describing the woman in order to emphasize her uniqueness. The reader must remember that the woman is a nun, but because of her social position (she comes from an aristocratic family) she could afford to wear tight-fitting tunic. Indeed she keeps long hair, hidden by the veil, but you could glimpse a lock, showing contempt for her position that implies to cut and keep hair short. The watchman was accustomed to her strange way of being a nun, but Lucia and Agnese didn’t notice anything. The man introduced the two to the woman and the story of Lucia soon intrigues the noon. Again, the reader understands the uniqueness of the nun in her curiosity to know what dangers frustrated Lucia.