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4PLSC - SFormentin - Appunti conferenza Galimberti, Homo faber
by SFormentin - (2018-11-01)
Up to  4P LSC - Ascoltare una conferenza per scrivere una relazione da inviare ad una classe parallela in InghilterraUp to task document list

APPUNTI CONFERENZA GALIMBERTI

Tema = Homo faber (l’uomo artefice)

L’uomo non ha istinti (è diverso dagli animali)

Gli uomini necessitano di educazione perché non hanno istinti e seguono il comportamento dei genitori

L’uomo non può essere definito un animale ragionevole

L’istinto è una risposta rigida agli stimoli

Noi non abbiamo risposte rigide (ovvero istinti)

Abbiamo risposte irrazionali

L’uomo non è armonico con la natura per la mancanza di istinti

La sua seconda natura è la cultura, che regola il suo comportamento

Le istituzioni permettono all’ uomo di vivere in natura

La società è l’ambiente naturale dell’uomo e l’uomo è un “animale” sociale

Per Aristotele nessun uomo è sufficiente a sé stesso

Secondo Aristotele la società viene prima dell’individuo

L’identità è un dono della società, è data dalle persone che ci giudicano

Per Galimberti la società viene prima dell’individuo

Il Cristianesimo invece pone l’uomo prima della società

Il primo modo di sopravvivenza dell’uomo è il primo gesto tecnico (perché risolve un problema)

Esempio di gesto tecnico = per prendere una banana in alto su un albero l’uomo si serve di un ramo o bastone per colpirla e farla cadere dall’albero

Tecnica = capacità di compiere azioni al di là delle capacità

La virtù dell’ uomo secondo i Greci:

Epimeteo e Prometeo = figli di Zeus

Epimeteo diede tutti gli istinti agli animali

Prometeo diede le virtù all’ uomo (la tecnica)

La nostra capacità di fare è superiore alla nostra capacità di prevedere

La “previsione” è una caratteristica propria dell’uomo

Concetto di natura:

Per il Cristianesimo la natura è inferiore all’uomo, è sottomessa

Per i Greci la natura è “superiore” a Dio e all’uomo

Scienza e tecnica sono gli strumenti del dominio dell’uomo sulla natura

I Greci ritenevano che la tecnica fosse “più debole” della natura

Rinascimento e Umanesimo = rivoluzione del pensiero rivoluzione scientifica e rivalutazione dell’ importanza dell’ uomo

=> l’uomo al centro del mondo

La tecnica non è l’applicazione della scienza, ma la sua essenza

Per Cartesio e Galilei la natura non va contemplata, ma analizzata per fare ipotesi dalle quali trarre le leggi di natura

La cultura, dice Galimberti, è dualistica (esistono il vero ed il falso)

La tecnica no

La tecnica si sviluppa con il superamento degli errori

=> non può morire

L’essenza dell’Umanesimo è la scienza

I beni si consumano

Gli strumenti producono i beni

Il cambiamento quantitativo comporta il cambiamento qualitativo

Eterogenesi del fine = mezzo e fine si scambiano

Il denaro non è più un mezzo (con cui si acquista), ma un fine

La tecnica è il soggetto della storia, tutto ha la tecnica come fine

Platone = “inventa” la politica

Tecnica e politica per Platone:

la tecnica decide come si devono fare le cose

la politica decide se farle

Oggi non è più così:

la politica si basa sull’economia

La decisione è affidata alla tecnica

La tecnica è: raggiungere gli scopi più alti con gli sforzi minimi

È una forma razionalizzata elementare

Senza l’esperienza la decisione non si basa sulla conoscenza ma sui sentimenti

I “sofismi” di oggi sono Internet e la televisione

Il mondo oggi si muove su apparati tecnici

Per Hegel la rivoluzione ha origine dal conflitto tra due volontà (servo e padrone)

Oggi le due volontà sono unite contro il mercato

Il mercato è la tecnica di oggi

La morale sta morendo

Morali storiche:

- cristiana = morale dell’intenzione

L’uomo viene giudicato sulle intenzioni delle sue azioni

Per il Cristianesimo e Kant l’uomo va trattato come un fine, per Platone l’uomo invece non è un fine ma deve sottostare alla natura

Oggi l’uomo invece è al centro del mondo e fa quello che vuole di esso, perché è il fine

L’etica e la difesa della Terra non fanno parte della morale collettiva (non sono loro i fini)

- morale della responsabilità

L’uomo viene giudicato sugli effetti delle sue azioni, non sull’intenzione, ma sempre che gli effetti siano prevedibili

Oggi viviamo nell’età della tecnica

L’età della tecnica ha introdotto una mentalità nata nel nazismo:

l’etica non comprende il contenuto del lavoro, ma solo il suo svolgimento

Per esempio, un operaio che costruisce mine anti-uomo in guerra non viene valutato per gli effetti delle mine che costruisce, ma per come costruisce le mine.

Il lavoro cioè ha la sua etica nel suo svolgimento

L’operaio non è responsabile degli effetti di ciò che costruisce

Nell’ età della tecnica non c’è un pensiero alternativo dunque, ma solo quello finalizzato

=> la morale è morta