APPUNTI SU “EDUCARE L’ANIMA AI TEMPI DELLA TECNICA”
L’anima è anche la sua parte psichica. La tecnologia è l’insieme di strumenti che noi utilizziamo, la tecnica ha quella logica per cui bisogna arrivare al miglior risultato con i minimi mezzi. È la più alta forma di razionalità. L’istinto è una risposta rigida ad uno stimolo. Platone per primo disse che gli uomini sono privi d’istinto. La tecnica è pensata come quella cosa per l’uomo nella natura. L’uomo però non domina la natura, ma ne è inscritto. La tecnica, secondo i greci, è di gran lunga più debole rispetto alla necessità. Oggi però non è più così. Nel 1600 nasce la scienza moderna (Cartesio, Bacone, Galileo). L’uomo non è un’animale ragionevole e la tecnica non è un’applicazione della scienza, ma è l’anima della scienza. La scienza guarda il mondo per trasformarlo e manipolarlo. Con la scienza moderna gli uomini pongono delle ipotesi sulla natura e se le ipotesi vengono verificate allora si cambia il modo di vedere la natura. Si assumono queste ipotesi come leggi sulla natura fino a quando non se ne trovano di migliori. Con la scienza e con la tecnica cerchiamo di ridurre le conseguenze negative, ad esempio la fatica del lavoro e il dolore, concorrendo alla redenzione. Il fondamento della ricchezza non è costituito dai beni, ma dagli strumenti, perché i beni si consumano e gli strumenti ne creano di nuovi. Quando un fenomeno aumenta quantitativamente c’è il cambiamento qualitativo del paesaggio. Marx applicò queste teorie all’economia. Però se il mezzo che aumenta diventa la condizione universale, non è più il mezzo, bensì il primo scopo. Qualcosa è vero se produce effetti. La verità viene misurata nella sua efficacia. La politica sa perché devono essere fatte le cose e come. La politica guarda l’economia, l’economia guarda la tecnica. Il potere passa dalla volontà del sovrano alla sapienza della tecnica. Nell’età della tecnica non è più possibile essere democratico, perché ci mettono davanti cose per cui non siamo competenti.