Textuality » 4SLSA Textuality

FOlivo - Ascoltare una conferenza per scrivere una relazione da inviare ad una classe parallela in Inghilterra
by FOlivo - (2018-11-17)
Up to  4S LSA - Ascoltare una conferenza per scrivere una relazione da inviare ad una classe parallela in InghilterraUp to task document list

Galimberti nella conferenza analizzata in classe indaga il rapporto che sussiste tra l’uomo e la società della tecnica.

Galimberti sostiene che nelle condizioni attuali, l’uomo non è più al centro dell’universo come intendeva l’età umanistica: egli infatti deve mettersi al servizio della tecnica e assume la funzione di colui che mette in ordine i vari aspetti affinché essa funzioni in modo perlopiù perfetto. Egli in poche parole si mette in funzione della società tecnologica attuale.

Al centro del discorso filosofico di Galimberti c’è quindi la tecnica, che secondo il filosofo è il tratto comune e caratteristico dell’occidente. La tecnica è il luogo della razionalità assoluta, in cui non c’è spazio per le passioni, è quindi il luogo specifico in cui la funzionalità e l’organizzazione guidano l’azione.

Noi continuiamo a pensare la tecnica come uno strumento a nostra disposizione, mentre la tecnica è diventata l’ambiente che ci circonda e ci costituisce secondo regole di razionalità che non esitano a mettere da parte le esigenze dell’uomo rispetto alle esigenze specifiche dell’apparato tecnico. Tuttavia ancora non ci rendiamo conto che il rapporto uomo-tecnica si sia capovolto, e per questo ci comportiamo ancora come l’uomo pre-tecnologico che agiva in vista di scopi iscritti in un orizzonte di senso. Ma la tecnica non tende a uno scopo, essa infatti funziona e basta.

Galimberti inoltre giudica inadeguato non solo il nostro modo di pensare, ma anche l’etica tradizionale, in particolare quella cristiana e kantiana: le diverse etiche classiche, infatti, ponevano l’uomo al centro dell’azione; Kant dice di non trattare l’uomo come mezzo ma sempre come fine. Nella società della tecnica questo è smentito in quanto l’uomo è la materia prima più importante, è ciò la cosa di cui la tecnica si serve per funzionare. La scienza, da quando è al servizio della tecnica, non è più al servizio dell’uomo, ma piuttosto è l’uomo al servizio della tecno-scienza. L’etica, di fronte alla tecnica, diventa pat-etica, perché non riesce ad impedire alla tecnica che può di fare ciò che può, celebrando tutta la sua impotenza. Infatti, finora abbiamo elaborato delle etiche in grado di regolare esclusivamente i rapporti tra gli uomini. Queste etiche, religiose o laiche che fossero, controllavano solo le intenzioni degli uomini, non gli effetti delle loro azioni, perché i limiti della tecnica a disposizione non lasciavano intravedere effetti catastrofici. Per questo motivo è proprio alla scienza e alla tecnica che si deve la responsabilità di produrre effetti imprevedibili; anche l’etica della responsabilità è costretta a gettare la spugna. Oggi siamo senza un’etica che sia efficace per controllare lo sviluppo della tecnica che non tende ad altro scopo che non sia il proprio potenziamento. La tecnica, infatti, non ha fini da realizzare, ma solo risultati su cui procedere.

Per Galimberti quindi viviamo in una società al servizio dell’apparato tecnologico e non abbiamo i mezzi per contrastarlo, soprattutto perché abbiamo la stessa etica di cent’anni fa: cioè un’etica che regola il comportamento dell’uomo tra gli uomini. Secondo Galimberti quello che oggi serve è una morale che tenga conto anche della natura, dell’aria, dell’acqua, degli animali e di tutto ciò che è natura.

Galimberti sostiene che oggi l’uomo occidentale dipende completamente dall’apparato tecnico, e questa dipendenza non sembra potersi spezzare. Tutto rientra nel sistema tecnico, qualsiasi azione o gesto quotidiano l’uomo compie ha bisogno del sostegno di questo apparato. Ormai viviamo nel paradosso, infatti se l’uomo vuole salvare sé stesso e il pianeta dalle conseguenze del predominio della tecnica (inquinamento, terrorismo, povertà, etc.) lo può fare solo con l’aiuto della tecnica: progettando depuratori per le fabbriche, cibi confezionati, grattacieli antiaerei e così via. Il circolo è vizioso e uscirne, se non impossibile, sembra improbabile, visto soprattutto la tendenza delle società occidentali. Una speranza sarebbe quella di riuscire a mantenere le differenze tra scienza e tecnica, ponendo la scienza come etica della tecnica. La tecnica procede la sua corsa sulla base del "si fa tutto ciò che si può fare". La scienza, che è il luogo pensante, potrebbe diventare, invece, il luogo etico della tecnica. In questo senso va recuperato il valore umanistico della scienza: la scienza al servizio dell’umanità e non al servizio della tecnica.

Il valore più profondo del pensiero di Galimberti consiste, quindi, nel tentativo di fondare una nuova filosofia dell'azione che ci consenta, se non di dominare la tecnica, almeno di evitare di essere dominati da questa.