Textuality » 4LSUB InteractingEMian - 4 LSUB Macbeth translate
by 2021-01-28)
- (
LADY MACBETH Mi sono apparse nel giorno della vittoria, e ho avuto la conferma più chiara che hanno cognizioni più che umane. Mentre bruciavo dalla voglia di fare altre domande, si cambiarono in aria e nell’aria svanirono. Mentre ero stordito dallo stupore, arrivarono messi dal Re, e tutti mi salutarono barone di Cawdor, proprio il titolo col quale prima queste Sorelle del Destino mi avevano riverito, portandomi poi nel tempo da venire con «Salve, tu che sarai re». Tanto ho creduto bene comunicarti, mia carissima compagna di gloria, che tu possa non perdere la tua parte di gioia restando all’oscuro di quale grandezza ti è promessa. Il che serbalo in cuore, e a presto. Glamis lo sei, e Cawdor, e sarai ciò che ti è promesso. Però temo la tua natura: è troppo piena del latte dell’umana dolcezza per scegliere la via più breve. Vorresti essere grande, e non senza ambizione, ma senza la malizia che dovrebbe accompagnarla. Ciò che vuoi fortemente lo vuoi da onesto, non vorresti far torto eppure vuoi vincere a torto. Grande Glamis, vuoi avere ciò che grida, «Devi far questo» per averlo, e ciò che hai paura di fare, più che voglia che non sia fatto. Vieni presto che io possa versarti nell’orecchio i miei demoni e col valore della mia lingua battere ciò che ti tiene lontano dal cerchio d’oro con cui il destino e l’aiuto metafisico pare vogliano incoronarti. Entra un messo. Che notizie? MESSO Il re viene qui stasera. LADY MACBETH Cosa dici, sei pazzo? Non è con lui il tuo padrone? Fosse vero, ci avrebbe avvertiti, per preparare. MESSO Signora, è vero. Il barone è in arrivo; uno dei miei compagni l’ha preceduto e quasi morto d’affanno non aveva fiato per mettere assieme l’annunzio. LADY MACBETH Curati di lui: porta una grande notizia. Il messo esce. È rauco anche il corvo che gracchia l’ingresso fatale di Duncan sotto le mie merlature. Venite, spiriti addetti ai pensieri di morte, strappatemi questo mio sesso, riempitemi, dal cranio ai piedi, della ferocia più cruda. Fatelo denso, il mio sangue, sbarrate la porta e il passo al rimorso, che nessuna compunta visita della natura faccia tremare il mio impegno feroce, o si metta tra di esso e la sua attuazione. Venite ai miei seni di donna e mutate il latte in fiele, agenti di morte che ovunque servite, invisibili, la natura malvagia. Vieni, notte cupa, e avvolgiti nel fumo infernale più buio che il mio coltello tagliente non veda la ferita che fa, né il dio si sporga dalla coltre di tenebra per gridarmi: «Fermati, fermati»! Entra Macbeth. Grande Glamis, nobile Cawdor! E ancora più grande nel saluto da venire! La tua lettera m’ha portata di là di questo presente ottuso, e ora sento il futuro nell’attimo. MACBETH Mio amore carissimo, Duncan viene qui stasera. LADY MACBETH E quando va via? MACBETH Domani, ha stabilito. LADY MACBETH Oh mai sole vedrà quel domani! Il tuo viso, signore, è come un libro dove ognuno può leggere cose strane. Per frodare il tempo prendine l’aspetto. Portino il benvenuto l’occhio, la mano, la lingua. Mostrati come il fiore innocente, ma sii il serpe lì sotto. A questi che arriva bisogna provvedere; e tu metterai nelle mie mani la grande opera di stanotte, quella che a tutte le nostre notti e ai giorni futuri darà, solo a noi, potere sovrano e dominio. MACBETH Ne riparleremo. LADY MACBETH Spiana soltanto il tuo viso. Un viso turbato genera sempre sospetti. Il resto, lascialo a me. Escono. |