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vocabulary
by LBergantin - (2012-01-17)
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LETTERATURA

s. f. [dal lat. litteratura, der. di littĕra e littĕrae, secondo il modello del gr. γραμματική (v. grammatica)]. -

1. In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per letteratura l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano comunque; e con sigificato più astratto, l'attività intellettuale volta allo studio o all'analisi di tali opere: l. antica, classica, moderna; l. italiana, francese, inglese, provenzale, ecc.; l. universale; la l. del Trecento, del Settecento; e con riguardo al contenuto, alla forma, al carattere, ai fini che si propone: l. in prosa, in versi; l. narrativa, poetica, didascalica; l. popolare, popolareggiante, patriottica; l. impegnata o disimpegnata, a seconda che tratti o non tratti di problemi politici e sociali della realtà contemporanea; l. per l'infanzia; l. amena, le opere scritte principalmente col fine di dilettare (romanzi, racconti, novelle); l. erotica; l. di consumo, di livello più commerciale che artistico, destinata a un immediato smercio presso un largo pubblico; l. rosa, quella formata di romanzi e racconti sentimentali; in senso ampio (e con riferimento alle opere letterarie più valide): svolgimento, decadenza, rinnovamento della l.; corso di l., professore di l. (latina, italiana, ispano-americana, ecc.); dedicarsi alla l., studiare la l., ecc. Storia della l., quella che rappresenta lo svolgimento della letteratura di un popolo o anche di tutti i popoli (storia universale della l.), con notizie biografiche e giudizî critici sugli autori e le loro opere; anche il manuale, l'opera, il testo di studio, detti spesso, nell'uso fam., più brevemente letteratura: la l. del De Sanctis; ricordatevi di portare la l. domani a scuola.

2. Con accezione più ristretta (calco del ted. Literatur), l'insieme degli scritti relativi a una scienza, arte o disciplina: l. musicale, drammatica, pittorica; la l. giuridica tedesca dell'Ottocento; e anche degli scritti relativi a un oggetto determinato: l. dantesca, petrarchesca; in tema di fallimento esiste un'abbondante l. (in questi ultimi casi, più com. bibliografia).


PRETENDERE

1 v. tr. e intr. [dal lat. praetendĕre, propriam. «tendere innanzi», quindi «addurre a pretesto», comp. di prae- «pre-» e tendĕre «tendere»] (coniug. come tendere). -

1. tr. Sostenere, asserire qualche cosa con fermezza e accanimento contro opinioni più accreditate, o in contrasto con la realtà: questa statua non rappresenta una baccante, come altri pretendono; gli avversarî di Copernico e di Galilei pretendevano che il Sole girasse intorno alla Terra; anche, rivendicare a sé una priorità, attribuirsi un merito, un diritto che non viene da altri riconosciuto: pretende di esserne stato lui l'inventore; pretendeva di avere sempre detto la verità; pretende di avere ragione su tutti i punti.

2. tr.
a. Richiedere con fermezza e decisione cosa a cui si ritiene di avere diritto: pretendo il rispetto dovuto a ogni essere umano; pretendo che siano riconosciuti validi per la carriera gli anni del servizio militare al fronte; nella situazione in cui si trova non può p. niente; anche, come rafforzativo di chiedere: si potrebbe p. un po' più di riguardo verso il pubblico in questi uffici!; un dirigente che pretende l'impossibile dai suoi collaboratori; non credo che sia troppo p. un maggiore senso di responsabilità da parte di tutti; con uso assol., esigere: è un professore che pretende molto dai suoi allievi.

b. Richiedere più del dovuto o del giusto: per un lavoretto da niente pretende una somma eccessiva.

c. Chiedere con arroganza qualche cosa a cui non si ha diritto: pretende di imporre la sua volontà a tutti; pretendeva che fossi sempre a sua disposizione; non puoi p. che io interrompa il mio lavoro per ascoltare le tue lamentele.

3. tr. Credere, avere la pretesa di poter fare qualcosa di superiore alle proprie possibilità, facendo stima eccessiva di sé: pretenderebbe di superare con un salto un muro di 150 cm; pretendeva di parlare tedesco dopo poche lezioni; pretendeva di misurarsi con i più forti campioni; frequente anche il rifl., con compl. predicativo: si pretende un grande violinista, un forte arrampicatore; meno com. invece l'uso intr., con o senza il pron. la indeterminato: credersi, atteggiarsi a, darsi le arie di: la pretende a grand'uomo, ad artista; Coi romatismi Pretende a satiro (Giusti).

4. intr. (aus. avere) Aspirare a, chiedere qualche cosa, con più o meno diritto: pretendeva al trono di Francia; p. alla successione; p. alla mano di una ragazza. ◆ Part. pres. pretendènte, anche come agg. e sost. (v. la voce). ◆ Part. pass. pretéso, anche come agg., riferito a cosa, qualità o condizione che è nell'opinione di altri, non condivisa da chi parla: p. diritti; vantare una p. superiorità culturale; e questo sarebbe il mio preteso errore!, l'errore che altri pretende che io abbia fatto; il maggior male ... vien dai medesimi letterati e dai maestri dell'arte o veri o pretesi (Bettinelli).