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KBallarin - The History of Tom Jones
by KBallarin - (2015-05-27)
Up to  4ALS - From the Restoration to the 18th Century. The Augustan AgeUp to task document list

Translation from English to Italian:

Un autore dovrebbe considerare se stesso, non come un gentiluomo che offre un pranzo privato o sottoforma di elemosina, bensì come il padrone d’una taverna aperta a chiunque si presti a pagare. Nel primo caso, quello che invita offre naturalmente il cibo che vuole, e anche se questo risulta mediocre e magari sgradevole ai loro gusti, gli ospiti non debbono protestare; poiché l’educazione impone l’oro di approvare e lodare qualunque cosa venga loro posta dinanzi. Proprio il contrario accade al padrone di una taverna. Quelli che pagano vogliono dare soddisfazione al proprio palato, anche quando questo sia raffinato o capriccioso, e se non è tutto di loro gusto, si sentono in diritto di criticare, di protestare, d’imprecare magari contro il pranzo, senza alcun controllo.

Ecco perché, per non deludere i clienti, l’oste onesto e ben intenzionato espone in genere una lista delle pietanze, a cui tutti, appena entrati nella taverna, possono gettare uno sguardo; ed essendosi resi conto di quel che c’è, possono rimanere gustando ciò che vien loro offerto, oppure andarsene altrove dove la lista meglio s’accordi con i loro gusti.

Non si sdegnano di accettare lezioni di spirito o di saggezza chiunque sia in grado di darcene, volentieri abbiamo preso spunto da questi onesti approvvigionatori e non solo premetteremo quindi   una lista generale di quel che offriamo, ma daremo anche al lettore l’annuncio d’ogni portata che sarà servita in questo e nei volumi che seguiranno.

La vivanda di cui ci siamo provvisti è semplicemente la natura umana. E non temo certo che il lettore di buon senso, per quanto di gusto raffinato, rimanga stupito, perplesso o offeso per il fatto che accenno ad un unico piatto. La tartaruga - come ben sa per esperienza il consigliere comunale di bristol, molto dotto in gastronomia - contiene, oltre ai deliziosi calipash e calipee, molte altre parti commestibili; e similmente il dotto lettore non può ignorare che la natura umana, seppur definita con un unico nome generale, ha una varietà così prodigiosa che un cuoco avrà cucinato tutte le più diverse specie di cibi animali e vegetali del mondo prima che un autore abbia potuto esaurire un argomento così vasto.

Forse i più raffinati obietteranno che si tratta d'un piatto troppo comune e volgare; che altro troviamo infatti in tutti i racconti, romanzi, drammi e poesie di cui son piene le bancarelle? Ma molte squisite vivande sarebbero respinte dall'epicureo se bastasse, per condannarle come comuni e volgari, il fatto che si trovino con lo stesso nome nei vicoli più miserabili. In realtà trovar nei libri la vera natura non è meno difficile che trovare nelle botteghe il prosciutto di Bayonne o la mortadella di Bologna.

Ma, per continuare nella stessa metafora, quel che conta è il modo di cucinare usato dall'autore; poiché, come dice il signor Pope,

Il vero spirito è la natura vestita nel modo migliore;  
ciò che, pensato spesso, mai fu sì bene espresso.


Uno stesso animale, che ha l’onore di fornire certe parti della sua carne alla tavola di un duca, può forse esser degradato in altre parti e alcune sue membra possono essere impiccate, per dir così, di sopra al piú sozzo banco della città. Dov’è dunque la differenza tra il cibo del nobile e quello del facchino, che tutti e due pranzano dello stesso bue o dello stesso vitello, se non nel modo di condirlo, di prepararlo, di guarnirlo e di presentarlo? È così che l’uno provoca ed eccita il piú fiacco appetito, e l’altro fa rivoltare e stanca l’appetito piú acuto e vorace.   

In modo analogo, l’eccellenza del divertimento mentale consiste meno nel soggetto che nell’abilità dell’autore nel presentarlo. Il lettore sarà dunque ben lieto di trovare che in quest’opera siamo rimasti assolutamente ligi a uno dei piú alti princípi del miglior cuoco che l’età presente, o magari di quella d’Eliogabalo, abbia prodotti. Questo, grand’uomo, com’è ben noto a tutti gli amanti della cucina squisita, comincia dapprima col metter davanti ai suoi ospiti affamati cose semplici, e poi gradualmente le raffina, a misura che il loro stomaco sembra perdere d’appetito, fino alla quintessenza degli intingoli e delle spezie. Allo stesso modo noi presenteremo la natura umana, da principio, per appagare l’intenso appetito del nostro lettore nella maniera piú semplice e piana come si trova qui nel paese; e poi ne faremo uno stufato e un ragú con tutti i piú fini condimenti francesi e italiani dell’affettazione e del vizio quali ce li offrono le corti e le città. Con questo metodo siamo certi che il nostro lettore desidererà di continuare indefinitamente a leggere – proprio come quel tal grand’uomo riesce probabilmente a far che la gente seguiti a mangiare.

Ma ora, dopo tante premesse, non vogliamo piú trattener dal cibarsi quelli a cui piace il nostro menu, e procediamo senz’altro a servire la prima portata della nostra storia per loro divertimento.


The speaking voice invites the “author” to be like a owner of a Inn who has to please their customers. Besides the narrator makes a parallelism between a writer and a chef; as the chef has to serve their pleasant dishes, the author serves his texts, that deal with human being’s nature. The speaking voice tells the reader to pay attention on the way things are written by a writer; the way words are written makes the reader interested in what he is reading.