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ETolloi_Appunti da Odorico Serena
by ETolloi - (2014-11-11)
Up to  5BLS - 5ALS.Lecture by Inspector Odorico Serena October 16th,2014Up to task document list

L’obiettivo della conferenza è quello di capire come si è giunti alla I Guerra Mondiale e capire le motivazionu per cui l’Italia è entrata in Guerra.
Premessa:Importante è il ruolo che gioca il fattore della probabilità, essa determina situazioni imprevedibili
 La vera storia non ama le semplificazioni
La causa scatenante della guerra non è stato l'omicidio avvenuto 28 giugno 1914, è stata una scintilla.
Francia e Germania non avevano buone relazioni diplomatiche a partire dal 1870
Inghilterra e Francia, dopo conflitti che duravano dai tempi di Guglielmo il Conquistatore, si avvicinarono stipulando l’entente cordiale, riconoscendo le reciproche sfere coloniali. Solo con la partecipazione dell'impero russo si avrà la triplice intesa.
Germania, Austria-Ungheria e Italia componevano la Triplice Alleanza. Quando l'italia uscì dall’Alleanza, la collaborazione si estese verso l’Impero Ottomano e la Bulgaria, andando a formare i cosiddetti Imperi Centrali.
L’Impero Ottomano, dopo una lunga fase di splendore arrivata al culmine con l’assedio di Vienna, attraversava ormai una crisi inarrestabile. Moti autonomisti, accompagnati da guerre intestine e ingerenze straniere, lo portarono, all’inizio del Secolo Breve, ad esercitare il suo dominio solo su una piccola parte d’Europa, la Tracia, mentre in Asia continuava ad occupare gran parte del Medioriente.
 L’Austria-Ungheria, voleva neutralizzare le spinte nazionaliste interne ed esterne ed estendere la propria egemonia sui Balcani
La Russia voleva estendere la propria influenza sui Balcani, secondo la teoria del panslavismo; Un rafforzamento del proprio potere sui Balcani, inoltre, avrebbe permesso alla Russia, già avente nella propria sfera la Serbia e il piccolo Montenegro, di avere un proprio sbocco sul Mediterraneo.
Il suicidio di Rodolfo d’Asburgo, figlio di Francesco Giuseppe, aprì la strada per la successione al titolo a Francesco Ferdinando, Arciduca d’Austria. L’Arciduca, contrariamente alle idee dell’Imperatore, era favorevole alla formazione di uno stato panslavo nel sud dei Balcani.
Così come era favorevole alla formazione di un impero in cui tutte le etnie avessero eguali diritti: fino ad allora, a seguito dell’Ausgleich del 1867, solo l’Austria e l’Ungheria godevano di privilegi, mentre, per gl’altri, rimaneva lo stato di sudditanza. Se ciò era accettato, almeno in parte, dalle popolazioni italiane (escludendo le frange nazionaliste e unioniste), ladine e slovene, altrove, come in Boemia, in Croazia, Bosnia, Transilvania (a maggioranza romena) le spinte separatiste, sia legali (nelle elezioni gran parte dei deputati rappresentanti le minoranze erano nazionalisti) che illegali (come la Giovane Bosnia, la quale pianificò ed eseguì a Sarajevo l’attentato a Francesco Ferdinando e alla moglie Sofia il 28 giugno 1914).
Fu la Giovane Bosnia a velocizzare quel processo che il paternalismo del vecchio imperatore era riuscito ad impedire: un “effetto centrifuga” che da lì a quattro anni avrebbe cancellato per sempre uno dei più grandi imperi d’Europa.
Il 28 giugno del 1914, Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia erano in visita alla città di Sarajevo, da poco occupata (nonostante il mandato fiduciario, l’Austria riuscì ad annetterla).
Un primo attentato da parte della Giovane Serbia, quello stesso giorno, fallì. L’Arciduca, quindi, decise di cambiare programma per la giornata. Dopo il ricevimento in municipio, si decise di cambiare percorso. Mentre gli attentatori rimasti (il primo fu arrestato) abbandonarono il progetto, per Gavrilo Princip, uno di essi, avvenne l’insperato: uscendo da un negozio di alimentari, si trovò proprio difronte la vettura dell’Arciduca: sparò quindi a Francesco Ferdinando e alla moglie.
L’Austria, che diede la colpa alla Serbia, le mandò un ultimatum. La serbia rifiutò e cominciarono le divergenze. Ma, contrariamente alla previsione di tutta l’Europa, questa non fu una delle solite guerre di confine.
L’Italia decise di rimanere neutrale. Vi erano inoltre dissidi interni sia di carattere politico, sia religioso: il nuovo pontefice, Benedetto XV, non vedeva di buon occhio l’andamento delle relazioni austro-serbe, iniziando quindi ad influenzare le varie cancellerie europee, Italia in primis, a non iniziare le ostilità.
Nel frattempo, la Triplice Intesa si schierò dalla parte della Serbia. La Germania, per attaccare la Francia, optò per lo sfondamento delle deboli guarnigioni belghe. Iniziò così un conflitto che cambiò radicalmente l’assetto geopolitico dell’intero Vecchio Continente.